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Una passione persa e poi ritrovata. Si potrebbe sintetizzare così la vicenda della Cantina Fratelli Pardi di Montefalco. È una storia che comincia all'inizio del secolo scorso, per la precisione nel 1919, quando i tre fratelli Pardi, Alfredo, Francesco e Alberto, fondano la loro cantina, ospitata nel complesso di San Francesco, e cominciano l'attività. Da Montefalco i vini dei fratelli Pardi, ottenuti sia da uve proprie che con altre acquistate in zona, vengono venduti in tutta l'Umbria con qualche puntata anche fuori regione, fino a raggiungere anche il Vaticano. Che i Pardi lavorassero bene è dimostrato anche dal premio vinto nel 1925 alla Mostra Olii e Vini Umbro-Sabina. Già allora il Sagrantino era il protagonista assoluto: un Sagrantino che all'epoca era sinonimo di passito. Subito dopo la guerra, con la morte di Alberto Pardi e l'avanzare dell'età degli altri due fratelli, comincia il periodo di «crisi» della vocazione vitivinicola della famiglia, che lascia l'attività agricola per dedicarsi, a partire dal 1949, alla produzione di tessuti. In realtà il distacco dal mondo del vino non è totale perché Rio Pardi, figlio di Alberto, continua a produrre Sagrantino: piccole quantità, ma sufficienti per rifornire il proprio negozio di generi alimentari a Montefalco e, soprattutto, a non recidere del tutto il filo della tradizione. E così succede che nel 1990 l'azienda tessile di famiglia si trasferisca in una nuova sede e in quella storica di via Giovanni Pascoli a Montefalco, ristrutturata nel 2002, il germe della passione per le vigne e il vino germoglia nuovamente Nel 2003 Francesco, Gianluca Rio e Alberto Mario Pardi, i pronipoti dei fondatori, inaugurano la nuova cantina dove l'uva proveniente dagli 11 ettari di vigneti situati sulle colline di Montefalco viene vinificata e i vini affinati sia in barriques, sia nelle grandi e tradizionali botti di rovere. Il Sagrantino è sempre protagonista e la famiglia Pardi non ha perso la sua passione.
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Sagrantino di Montefalco Passito 2008
DOCG Montefalco Sagrantino
Cantina Fratelli Pardi
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La zona di produzione del vino, nelle sue versioni passita e secca, comprende attualmente l'intero territorio del comune di Montefalco e parte di quelli di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria tutti in provincia di Perugia. La cittadina di Montefalco, in particolare, deve la sua fama alla posizione incantevole in collina, al punto da essere chiamata terrazza dell'Umbria, agli splendidi affreschi di Benozzo Gozzoli del 1452 che ornano l'abside dell'ex chiesa di San Francesco, ora sede del Museo Civico, al vino che porta il suo nome insieme a quello dell'uva a cui è legato.
Le origini del vitigno Sagrantino sono incerte. Secondo alcune fonti è stata importato tramite i frati francescani dall'Asia Minore intorno al XIV - XV secolo, altre ritengono che sia arrivato dalla Spagna, taluni che sia stata una conseguenza positiva delle invasioni saracene oppure il frutto di una selezione di cloni del luogo.
Della presenza di vigneti a Montefalco, all'interno delle mura, è stato scritto sino dal 1088. Dal XV secolo le ordinanze comunali regolavano la cura della vigna e in seguito anche la data della vendemmia. Nei secoli a seguire sono numerose le citazioni del vino.
Nel 1925 in occasione di una mostra enologica Montefalco fu definita "Il centro vinicolo più importante della regione". Il vitigno conobbe successivamente una decadenza che portò, negli anni '60, a scomparire quasi del tutto dato che spesso era sostituito nelle vigne da altre varietà ritenute più remunerative. In contro tendenza pochi, tenaci produttori ripresero, all'inizio degli anni '70, a lavorare e impiantare vigneti di Sagrantino, a sperimentare nuove vinificazioni, introducendo oltre alle classiche tipologie passito e dolce, la produzione di un vino secco, importante. La nuova interpretazione ha portato i vini da uve Sagrantino ad avere fama e successo anche sui mercati internazionali, a ottenere nel 1979 la DOC e nel 1992 la DOCG sia per la versione secca che per quella passita. Nel 1981 i produttori di Montefalco hanno fondato un consorzio di tutela per valorizzare i vini del territorio e proseguire nel percorso qualitativo. Le altre funzioni del Consorzio sono di vigilare sul rispetto delle norme produttive stabilite dal disciplinare, di assistenza agronomica ed enologica alle aziende aderenti.
La vendemmia del Sagrantino è rigorosamente manuale con la raccolta solo dei grappoli selezionati. I tempi dell'appassimento su cassette e graticci variano a seconda dei produttori da 2 a 3 mesi in ambienti a temperatura controllata e deumidificata. Dopo la diraspatura il mosto è fatto fermentare con le bucce, prima di svolgere la malolattica in vasche d'acciaio.
L'affinamento avviene per una prima fase in legno, barrique o botti da 11 ettolitri a seconda dello stile produttivo dell'azienda, seguito da una sosta in acciaio o cemento per un tempo complessivo minimo di 33 mesi. Il disciplinare prevede un ulteriore affinamento in bottiglia di circa 6 mesi che alcuni produttori prolungano sino a 1 anno.
Il Sagrantino di Montefalco Passito della Cantina Fratelli Pardi 2008, nella bottiglia da 0,375 millilitri, ha un titolo alcolometrico volumico di 13,5% C.
L'azienda fondata nel 1919 ha 8 ettari di proprietà e ne coltiva 3 in affitto. I vigneti del passito, allevati a cordone speronato con un'esposizione est, sud est sono a 280 metri s. l. m. .
La cantina situata, al di sotto delle antiche mura di Montefalco, è stata rinnovata nel 2003. Lo stile di vinificazione della Cantina prevede che il passaggio in legno per il passito sia di 18 mesi in barrique.
Gli abbinamenti ideali con questo vino rosso dolce sono le crostate di frutta rossa, le torte di cioccolato, i formaggi sia erborinati che di media stagionatura. Inusuale può essere accompagnato con una cheesecake decorata con frutta piccola a bacca rossa.
Abbinamento e ricetta a cura del Personal Chef di Top Italian Wine: Torta di gelato caffè e cioccolato
Passiti: non solo cantuccini e pasta di mandorle, please! A cura di Franco Ziliani
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Gli archetti ravvicinati nel calice raccontano la decisa consistenza di questo vino dalla tonalità raso rubino impenetrabile.
Il naso non prorompente, ma fine e complesso, ha profumi di mora di rovo, fiori appassiti, pasticceria secca, note di sottobosco tra cui l'humus.
Degustandolo il vino ha una dolcezza delicata, una tannicità bilanciata dalla morbidezza.
Nel retrogusto ritornano le note di frutta, più lontane quelle d'humus.
Il vino, persistente nella beva, è intrigante nella sua tessitura di profumi e sensazioni gustative.
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