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La storia della famiglia Fattori, come produttori di vino, comincia con un Antonio a inizio ‘900 e continua ai giorni nostri con un altro Antonio, nipote di colui che cominciò a piantare viti sulle colline di Terrarossa di Roncà, in provincia di Verona. Zona fortunata, questa, dove nascono due dei più famosi vini italiani: il Soave e il Valpolicella. Ma torniamo a colui che diede il via alla produzione viticola: classe 1888, Antonio Fattori tornato dalla Guerra mondiale, s'intende la prima, dovette fare i conti con la fillossera che aveva devastato i suoi vigneti, ma non si arrese certo davanti a questa difficoltà. Riprese a produrre i suoi vini, soprattutto dolci, che vendeva in botte alle osterie veronesi e vicentine. Dopo Antonio il testimone viene raccolto dal figlio Daniele, padre dell'Antonio attuale che lo ricorda come «un signore d'altri tempi».. Antonio Fattori – alla guida dell’azienda dagli anni ’70 con Giovanni e Olimpia - ha studiato enologia; con lui è cominciata l'evoluzione produttiva che ha portato a vini sempre più eleganti e personali, proseguendo sulla strada dei vitigni tradizionali della zona, dalla Garganega alla Durella, ma aprendo anche a quelli internazionali. Convinti, come è giusto, che la qualità di un vino nasce nel vigneto, i Fattori hanno puntato a una coltivazione sempre più sostenibile, riducendo al minimo l'uso della chimica, sia come insetticidi e fungicidi, sia per la concimazione. Anche in cantina le cose si sono evolute, ad esempio seguendo con successo la strada delle fermentazioni a bassa temperatura. Le prime bottiglie con l'etichetta Fattori nascono nel 1996 e il successo è immediato. Se all'inizio il prodotto principale era il Soave, in anni recenti l'azienda Fattori ha allargato il suo «raggio d'azione» ai vini della Doc Valpolicella, con l'acquisizione di 12 ettari di vigneto a Montecchia di Crosara, a circa 400 metri di altitudine, che sono andati ad aggiungersi ai 30 a Terrarossa. Con la stessa filosofia: rispettare il vigneto e il vino che ne deriva. Non occorre inventarsi altro.
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Recioto di Soave Motto Piane 2011
DOCG Recioto di Soave
Fattori
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Le testimonianze che legano la viticoltura al territorio del Soave, in Veneto, sono antichissime. L’attuale zona di produzione si trova nella parte orientale dell’arco collinare della provincia di Verona (a nord dell’autostrada serenisssima, tra il 18° e il 25° km tra Verona e Venezia). Il vitigno principale è la Garganega che nel corso dei secoli ha trovato il suo habitat ideale soprattutto sulle colline che caratterizzano le valli d’Alpone, del Tramigna, dell’Illasi e di Mezzane. I terreni tufacei di origine vulcanica donano ai vini quel timbro olfattivo e quel carattere complessivo unico, e fanno sì che qui, più che in altre zone, la Garganega riesca ad esprimere al massimo le sue potenzialità.
Non è un’uva prorompente dal punto di vista aromatico, né ha un’acidità particolarmente incisiva: è l’equilibrio la sua dote principale così come un corredo aromatico di bella eleganza, sia nelle versioni secche che dolci.
Il Recioto di Soave è stato il primo vino della regione a raggiungere la denominazione di origine controllata e garantita. L’appassimento per diversi mesi su graticci, prima della vinificazione, consente di ottenere vini dolci di grande suadenza. Mai stucchevole o ridondante nella sua dolcezza, il Recioto di Soave continua a mantenere ancora oggi una dimensione sostanzialmente artigianale. È un vino che solitamente viene definito da meditazione: dà il meglio di sé sia da solo che in accompagnamento con formaggi di media stagionatura o pasticceria secca.
Le uve Garganega che, in purezza, compongono questo delicato passito, vengono allevate su un vigneto di quasi 4 ettari posto sulle colline di origine vulcanica del comprensorio del Soave, a nord-est di Verona, su terreni di origine vulcanica posizionati ad un’altitudine di circa 300 metri sul livello del mare. La vendemmia avviene solitamente verso la metà di settembre e subito dopo inizia la fase di appassimento delle uve. Delle piccole cassette di legno accolgono i grappoli Garganega che iniziano il lento processo di appassimento per circa 5 o 6 mesi. Durante la vinificazione la macerazione dura circa 72 ore e la fermentazione si svolge sia in botti di rovere che in contenitori di acciaio. Dopo un anno di maturazione, l’affinamento si completa in bottiglia prima del finale imbottigliamento.
Abbinamento e ricetta a cura del Personal Chef di Top Italian Wine: Pastiera napoletana
Passiti: non solo cantuccini e pasta di mandorle, please! A cura di Franco Ziliani
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Oro lucente e limpido nel bicchiere, mostra sfumature ancora in parte paglierine. Misurato e di piacevole intensità, gioca le sue carte su note fruttate di bella maturità, a tratti in confettura, ma senza mai eccedere: pesca, tocchi floreali, qualche delicata nota agrumata. Al palato l’ingresso è fresco, slanciato, delicato, per gli amanti del sorso snello più che per quelli che cercano poderose strutture e morbidezza a tutti i costi. Chiusura delicatamente ammandorlata, di bel carattere, con decisi richiami alla frutta secca.
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