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Capo Zefirio è un'azienda calabrese, di Bianco, comune di poco più di quattromila abitanti in provincia di Reggio Calabria, situato sulla costa del territorio della Locride, la famosa Costa dei Gelsomini. E' il frutto della grande amicizia e della condivisione del sogno di valorizzare il Greco di Bianco, noto vino passito del territorio, da parte di tre ragazzi del '69: Cosimo Canturi, Francesco Isola e Giuseppe Vottari. Laureato in Economia e Commercio con una tesi sul marketing dei prodotti agro-alimentari il primo, in Scienze Agrarie gli altri due, nei primi anni duemila hanno fondato Capo Zefirio, iniziando a collaborare con i pochi viticoltori di Greco rimasti a Bianco. Il punto di forza è lo scambio di conoscenze tra i contadini, custodi della tradizione vitivinicola, e i nostri tre amici, portatori di conoscenze tecniche e know-how in campo agro-enologico. Attualmente producono 2 vini diversi, entrambi passiti: il Greco di Bianco, 5.000 bottiglie / anno, ed il Mantonico, 1.000 bottiglie / anno.
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Greco di Bianco Passito 2006
DOC Greco di Bianco
Capo Zefirio
Con l'acquisto di questo prodotto è possibile raccogliere 2 punti fedeltà (regolamento).
Il Greco di Bianco è un vino passito giallo, ottenuto dal vitigno autoctono Greco Bianco in purezza.
Il vitigno ha origine da un tralcio importato dai coloni greci sbarcati nell’VIII secolo a.C. presso Capo Zefirio, odierno Capo Bruzzano, proprio nel territorio di Bianco.
Fin dall'antichità gli si attribuiscono virtù afrodisiache e terapeutiche.
La leggenda vuole che 10.000 locresi riuscirono a sconfiggere 130.000 crotonesi nella battaglia di Sagra (560 a. C.) solo grazie alla forza fisica ed al coraggio derivanti dalle bevute di Greco.
Esiodo racconta come appassire i grappoli e procedere poi alla vinificazione: ancora oggi si seguono alcuni dei suoi dettami.
Il produttore consiglia di abbinarlo a dolci secchi alle mandorle, frutta secca e formaggi piccanti: io l'ho provato anche con una crostata di fichi e noci e, tra i formaggi, con del Roquefort.
Passiti: non solo cantuccini e pasta di mandorle, please! A cura di Franco Ziliani
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L'annata è il 2006, per cui versandolo nel bicchiere posso immediatamente notare che il colore non è giallo con riflessi ambrati, come sarebbe stato se più giovane, ma è decisamente più simile all'oro antico e all'ambra.
Avvicino il bicchiere e sono subito colpito dall'ampiezza del suo bouquet.
In prima battuta prevale una sensazione alcolica, eterea, accompagnata dal miele, dai fichi e dai datteri.
Ad un secondo esame, dopo aver nuovamente ruotato il bicchiere, si percepisce anche la frutta secca, l'albicocca e note floreali come le zagare ed il bergamotto.
Lo sorseggio lentamente e si confermano le sensazioni olfattive: è caldo e persistente, morbido ed avvolgente. Anche in bocca i sapori predominanti sono quelli del fico, del dattero e dell'albicocca.
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